Carlo Di Palma (Roma, 17 aprile 1925 – Roma, 9 luglio 2004) è stato un direttore della fotografia, regista e sceneggiatore italiano. Assistente operatore già a diciotto anni sul set di "Ossessione" diretto da Luchino Visconti, per un decennio lavorò con i migliori direttori della fotografia del periodo, soprattutto con Gianni Di Venanzo. Operatore alla macchina dal 1951, cinque anni più tardi diresse la fotografia del suo primo film, "Lauta mancia", e in seguito ne firmò moltissimi altri, spesso di grande valore. Eccellente alle prese con il bianco e nero (da "Kapò" a "La lunga notte del '43", da "Divorzio all'italiana" a "Omicron", tutti diretti da prestigiosi registi come Pontecorvo, Vancini, Germi, Gregoretti, Montaldo e Petri), è soprattutto con il colore che riesce ad esprimere tutta la sua arte. Con i due film di Antonioni "Il deserto rosso" e "Blow-Up" raggiunge una tappa fondamentale nella carriera con sperimentazioni cromatiche di grande rilievo. Dal 1983 lavorò con continuità negli Stati Uniti, dove incontrò il grande Woody Allen e stabilì con lui un proficuo sodalizio artistico che si prolungò nel tempo, fotografando tutti i suoi film da "Hannah e le sue sorelle" fino a "Harry a pezz"i, vincendo numerosi premi. Come regista diresse tre commedie negli anni settanta, tutte interpretate da Monica Vitti, tra cui "Teresa la ladra", tratta da un romanzo di Dacia Maraini. Prima di morire, quasi ottantenne, stava lavorando come direttore delle luci per i Concerti Classici Estivi nelle basiliche di Roma. Ha ricevuto 4 Nastri d'Argento alla migliore fotografia per "Deserto rosso" (fotografia a colori), "L'armata Brancaleone" di Mario Monicelli (fotografia a colori), "Ombre e nebbia" e "La dea dell'amore" entrambi di Woody Allen.